mercoledì 9 ottobre 2013

I incontro del II anno: IL REGNO DI DIO, INVITO ALLA CONVERSIONE

Dopo aver brevemente ricordato il percorso compiuto lo scorso anno, partito dai nostri timori e le nostre speranze in merito all'avventura che iniziava e culminato nella riflessione sull'essenza della fede quale relazione vitale con il Signore Gesù, il primo incontro di questo secondo anno si è aperto con un'attività che aveva il fine di introdurre il tema della conversione. Dopo qualche momento di silenzio, che ha permesso a tutti i partecipanti di mettere a fuoco le idee, si è fatta passare una bacchetta magica, che doveva servire ad ognuno per raccontare agli altri ciò in cui gli sarebbe piaciuto trasformarsi e le ragioni di questa scelta.
A questo punto, i partecipanti si sono divisi in gruppi per riflettere sul significato delle parole con le quali Gesù inizia l'annuncio della sua buona notizia, del suo Vangelo: "Il tempo è compiuto. Il Regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo". Ogni gruppo si è soffermato in particolare su una delle tre frasi che compongono questo brevissimo, ma allo stesso tempo importantissimo, discorso.

Dai lavori di gruppo è emersa una visione un po' drammatica, nella quale emerge comunque qualche prospettiva di speranza:
- "Il tempo è compiuto": da diversi questa espressione è stata letta come constatazione della situazione di assoluto degrado nella quale ormai si trova la nostra società e la nostra cultura, un punto di non ritorno rispetto al quale risuona l'imperativo divino di cambiare rotta al più presto possibile; ma allo stesso tempo annuncio di una situazione nuova che sta per nascere.
- "Il Regno di Dio è vicino": quasi una minaccia che annuncia un giudizio imminente, che punirà i cattivi e premierà i buoni; ma allo stesso tempo richiamo al fatto che Dio non è lontano dall'uomo e che la sua provvidenza non viene mai meno.
- "Convertitevi e credete al Vangelo": forte richiamo al dovere di cambiare vita, abbandonando il peccato per aderire in tutto e per tutto al messaggio del Vangelo.

L'approfondimento proposto ai genitori ha chiarito meglio il significato autentico di quello che Gesù ha detto aprendo il suo ministero pubblico. Dopo aver ricevuto il battesimo nel Giordano da Giovanni ed essere stato proclamato dal Padre suo figlio prediletto che tutti gli uomini devono ascoltare, dopo aver superato le tentazioni di Satana nel deserto, Gesù inizia il suo viaggio per la Palestina ed esordisce parlando di un tempo che si compie, di un regno che si avvicina, di una necessaria conversione per accorgersi di tutto questo ed entrare nella beatitudine riservata a chi crede.

"Il tempo è compiuto": la lunga attesa che percorre tutte le pagine dell'Antico Testamento, attesa di salvezza, attesa di liberazione, attesa di un Messia si è finalmente conclusa; Il grande dono che Dio ha da sempre pensato di fare all'umanità è finalmente stato consegnato; il Figlio di Dio si è fatto uomo ed abita in questo mondo perché il volto del Padre possa essere visibile per tutti, la sua Parola possa da tutti essere sentita, il suo amore possa da tutti essere scoperto ed accolto.

"Il Regno di Dio è vicino": non è più impossibile per l'uomo entrare nel Regno di Dio, cioè in quella condizione di vita felice, libera, serena che sarà goduta in pienezza nel Paradiso, ma che già su questa terra può essere pregustata. A tutti è offerta la possibilità di iniziare un'esistenza nuova, il Regno di Dio si avvicina grazie a Gesù, perché nel suo insegnamento egli ci comunica la verità su Dio, la verità su noi stessi e sul mondo e ci permette così di liberarci dalla menzogna e dal peccato, per aderire in pienezza al progetto di bene e di gioia che Dio ha pensato per ciascuno dei suoi figli.

"Convertitevi e credete al Vangelo": per poter accogliere questo particolare dono di grazia che Dio vuole fare a tutti gli uomini occorre convertirsi e credere al Vangelo. Questa è l'unica condizione per poter entrare nel Regno e per potersi avventurare alla sua scoperta.
Il termine "conversione" ha assunto nella nostra mentalità un significato in parte distorto: la prima idea che viene in mente sentendo questa parola è la necessità di eliminare ogni peccato dalla propria vita per poter essere accolti da Dio e risultare a lui graditi. In realtà la conversione è innanzitutto un cambio di mentalità, un inversione di marcia che ci porta ad abbandonare i finti maestri che abbiamo ascoltato fino ad ora per metterci alla sequela dell'unico e vero Maestro, il solo che merita di essere seguito perché solo lui ha parole di vita eterna.
La conversione ha quindi a che fare con la trasformazione del proprio comportamento, ma non si limita ad una semplice aggiustatina esteriore e superficiale; parte da una seria revisione del sistema di valori sul quale fondiamo la nostra esistenza e arriva, per forza di cose, a modificare ogni piccolo gesto che quotidianamente compiamo, se non nella forma, sicuramente nelle sostanza e nelle intenzioni che ci muovono dal di dentro: con sempre più totalità, sarà l'amore a diventare l'unica ragione di tutto quello che facciamo!

L'incontro si è chiuso condividendo con i genitori l'idea di consegnare ai ragazzi una specie di diario personale, che possa servire a ciascuno per tenere traccia del percorso che faremo durante gli incontri feriali e per iniziare ad entrare in una relazione personale con Gesù attraverso l'esperienza della preghiera spontanea di ringraziamento e di richiesta. Al termine di ogni incontro, infatti, i ragazzi saranno invitati a fissare un'idea che li ha colpiti nel corso dell'attività fatta insieme, e, partendo da questa, a ringraziare Gesù per quello che ha fatto per noi e a chiedere il suo aiuto per poter vivere davvero come suoi discepoli.
I genitori sono stati invitati a provare anche in famiglia a trasformare la preghiera fatta con i figli da un momento strutturato ma piuttosto formale, nel quale si ripetono semplicemente delle formule, ad un dialogo semplice ma vero con colui che è la fonte di ogni cosa bella e buona e la forza che ci può sostenere nei momenti più difficili.

Condividendo la cena e facendo quattro chiacchiere, mentre i bambini giocavano tra loro, si è concluso l'incontro.


 
 

 



 


 
 

 
 

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