giovedì 17 ottobre 2013

I incontro del V anno: LE BEATITUDINI

Iniziando il nostro quinto anno, che sarà caratterizzato dalla scoperta o riscoperta del Sacramento della Penitenza, per poterlo poi celebrare con gioia e responsabilità, abbiamo voluto fermare immediatamente il nostro sguardo su ciò che è fondamentale nella vita cristiana: le beatitudini, delle indicazioni, delle vie che Gesù ci ha suggerito e che noi dobbiamo percorrere se vogliamo arrivare alla pienezza della nostra umanità e quindi alla pienezza della vita.
All’interno della comunità chi vuole essere il più grande deve farsi servo, è il servizio che qualifica il nostro vivere. Ciò che distingue il cristiano non è vivere i dieci comandamenti e considerarsi a posto ma, vivere le beatitudini. I dieci comandamenti appartengono alla religione ebraica e Gesù è andato oltre a questa religione entrando nel cristianesimo.
La maggior parte dei cristiani crede di essere a posto perché ha rispettato ad esempio il comandamento di non rubare, ignorando completamente la beatitudine di Gesù che dice di condividere quello che abbiamo. Non saremo veramente felici se ci limitiamo a non rubare, ma solo quando avremo imparato a condividere quello che possediamo, questo ci ha detto Gesù.

L’incontro è iniziato con una breve attività che ha permesso a tutti i partecipanti di mettersi in gioco, raccontando in che situazione e in che momento, a quali condizioni si sentono felici: “sono felice se…”, “sono felice quando…”, questi i due spunti che hanno provocato la riflessione di tutti.
Dopo aver letto quanto ognuno aveva scritto, la nostra attenzione si è spostata sulla proposta di Gesù, che appunto nelle beatitudini ci suggerisce le vie che SECONDO DIO ci portano, se percorse con coraggio, a trovare la vera felicità. Divisi in gruppi, i genitori hanno letto una delle otto beatitudini e hanno provato a comprenderne il significato e soprattutto le possibili traduzioni pratiche nella nostra vita quotidiana in questo tempo. Riportiamo una breve sintesi di quanto emerso…

1. Beati i poveri di Spirito perché di essi è il regno dei cieli.
La traduzione letterale è: sono felici coloro che mossi dallo Spirito Santo condividono i loro beni con gli altri, perché di essi è il regno dei cieli, cioè danno occasione al Padre di prendersi cura di loro. I poveri non sono felici del loro stato; noi cerchiamo continuamente di stare meglio, di avere di più; anche all’interno del cattolicesimo c’è sempre un cammino verso uno star meglio. Il significato non è semplicemente quello di "beati i poveri" ma, beati i poveri in Spirito. La parola "in Spirito", il più delle volte, è inteso come: io sono ricco ma sono distaccato dalle mie ricchezze, vivo la povertà nello Spirito, ma poi ho palazzi, ville, e conti in banca. Sono felici coloro che scelgono di condividere, mossi dallo Spirito Santo, quello che hanno; solo lo Spirito Santo potrà convincerci a condividere le nostre ricchezze con altri. E’ solo lo Spirito Santo che c’illumina, ci convince a condividere quello che abbiamo con altri, solo mossi da Lui. Questo è il messaggio di felicità che ci dà il Signore. Siamo dunque felici quando, mossi dallo Spirito Santo, condividiamo quello che abbiamo con gli altri.

2. Beati gli afflitti perché saranno consolati.
Non significa cercare di consolare quelle persone che sono afflitte dalla vita, ma significa che sono felici coloro che affrontano le sofferenze per toglierle agli altri, essi riceveranno Spirito Santo. Il Consolatore è lo Spirito Santo. Quando cominciamo a lavorare per il bene degli altri andiamo incontro a delle sofferenze; quando vogliamo togliere le sofferenze agli altri ciò implica una sofferenza nostra.

3. Beati i miti perché erediteranno la terra.
In questa beatitudine s’intendono coloro che sono mansueti, non violenti, che scelgono di non rispondere con violenza alla violenza che viene loro fatta, coloro che scelgono di dare risposte d’amore a chi toglie loro la dignità. Sei felice solo se rispondi sempre con amore. Sono felici coloro che sono miti, mansueti, emarginati per amore di Gesù e dei fratelli perché riceveranno una dignità da Dio. Dobbiamo rispondere sempre con amore.

4. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, saranno saziati.
Sono felici quelli che hanno a cuore il bene altrui e fanno della giustizia una condizione di vita. Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, il resto vi sarà dato in sovrappiù, ci dice il Signore. Quello di cui dobbiamo preoccuparci è di cercare prima di tutto il Regno di Dio e la Sua giustizia; quindi la giustizia di Dio è questa condivisione, condividere quello che abbiamo e quello che siamo.

5. Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia.
Misericordia non indica un sentimento, ma un’attività che rende riconoscibile una persona, non un gesto sporadico di misericordia. Tutti nella vita, almeno una volta, abbiamo fatto un gesto di misericordia, siamo stati capaci di essere buoni, bravi. Beati i misericordiosi non significa trovare un momento in cui siamo buoni e facciamo un gesto di misericordia, ma quando ABITUALMENTE facciamo del bene, abitualmente aiutiamo gli altri, solo allora troveremo misericordia. Se tu aiuti gli altri, sei misericordioso con gli altri, al momento in cui tu avrai bisogno, Dio ti farà trovare persone che aiuteranno te. Quando fai del bene ad una persona, sovente succede che quella persona non ti ricompensa. Fa parte dell’uomo rispondere in maniera negativa al bene fatto. L’aiuto di cui abbiamo bisogno ci verrà da altre parti o da altre persone.
L’importante è che quando tu avrai bisogno ci sarà sempre qualcuno mandato da Dio a venirti incontro, sempre. L’aiuto ti verrà da quelli che Dio ti manderà. Dobbiamo imparare a vivere nello spirito. Beati i misericordiosi! Sono felici coloro che abitualmente aiutano gli altri, perché abitualmente saranno aiutati dagli altri. Questa è la beatitudine sulla misericordia.

6. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio.
La purezza non s’identifica con la totale assenza di peccato. Gesù parla poco di peccato, parla molto di amore! Sono felici i puri di cuore ci si riferisce a coloro che sono trasparenti, limpidi, sinceri. Puro di cuore può essere tradotto con questa parola, una persona che quello che ha nel cuore ce l’ha nella testa e sulle labbra, non ha doppiezza, non ha maschera. Quanti vivono sinceramente, nella limpidezza mentale, di cuore e di labbra fanno esperienza del Signore risorto. Se vogliamo vedere Gesù dobbiamo entrare in questa sincerità.

7. Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio.
Sono felici gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio. Dobbiamo distinguere tra pacifico ed operatore di pace. Il pacifico è la persona accomodante. E’ sbagliato essere accomodanti, essere pacifici per il nostro bene, così facendo noi ci disinteressiamo. Beati gli operatori di pace, significa i costruttori di pace. Il costruttore di pace è una persona che, per la felicità e per la pace degli altri, crea e causa situazioni di dissenso anche a rischio di perdere la propria pace. Occupandoci della felicità degli altri perdiamo la nostra pace ma, perdendo la pace del mondo, acquistiamo la felicità di Dio. Sono felici coloro che sono disposti a perdere la pace perché lavorano per gli altri, perché saranno chiamati figli di Dio.

8. Beati i perseguitati a causa della giustizia perché di essi è il regno dei cieli.
Se noi mettiamo in pratica le beatitudini, nessuno ci batterà le mani, anzi saremo perseguitati, sputacchiati, calunniati. Forse è per questo che le beatitudini non hanno molto successo nella vita di noi cristiani. Sono felici i perseguitati a causa della fedeltà a questo programma, perché Dio si prende cura di loro. Il mondo ti potrà insultare, perseguitare ma, Dio si prenderà cura di te.


Questa è la strada per essere felici ed entrare nel Regno di Dio. Pregando insieme il “Padre nostro” abbiano concluso il nostro incontro, chiedendo a Dio che ci aiuti a vivere veramente da beati, facendo nostra la proposta di Gesù.

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